Notò con piacere che il tono della donna, che poi si rivelò essere docente confermando le sue opposizioni, si era lievemente addolcito. Ella si riteneva l’unica a poter usare un tono sprezzante con gli altri e mai lo stesso doveva essere rivolto alla sua persona. Era una così detta “principessa”, cresciuta come tale in una famiglia di soli maghi di cui era l’unica erede. Quanto amava sapere che tutto il patrimonio dei Scelus sarebbe andato a finire a lei, andava letteralmente in brodo di giuggiole quando ci pensava. Comunque, tornado alle scale, alle malefiche scale che amano cambiare: si avvicinò ancora un po’ alla collega, in modo da essere faccia a faccia e imbastire un discorso; aveva colto l’aggancio e aveva lodato Hogwarts, Lara non poté fare a meno di replicare: Più che particolare direi strana, ma la stranezza è magia. A Drumstrang le stranezze sono altre e ben più pericolose di innocue scale che si spostano … Lasciò cadere il discorso a metà, un po’ di suspance non faceva di certo male e poi non sarebbe sicuramente andata a spiattellare i segreti della sua scuola lì, nel covo del nemico. Le mancava Drumstrang, le mancava da morire, le mancava quella marea di uomini che si aggiravano per la scuola e la pochissima concorrenza femminile. La maggior parte delle bambine dopo il primo anno desisteva, cambiava scuola e decideva di studiare in privato. Lei no, lei aveva resistito per sette anni, ma il suo non era stato un sacrificio, una sofferenza, era stata un’esperienza positiva su tutti i fronti. Aveva sempre trovato l’amicizia del sesso opposto molto più vera e soprattutto sana di quella delle ragazze. Non c’era competizione e sicuramente c’era tanta attrazione fisica. Essendo una delle poche donne in circolazione era presto diventata popolare e grazie alla sua bellezza, che indubbiamente aveva e sapeva di avere, era stata circondata sempre dai coetanei e vista come una leader. Ora si trovava a Hogwarts per uno scopo, con uno scopo e un motivo, altrimenti sicuramente avrebbe preferito insegnare ad un branco di bei fusti carichi di testosterone. (ù.ù) Ma in quel momento non poteva perdesi dei felici ricordi adolescenziali, la donna davanti a lei si era presentata e ora le tendeva la mano con un sorriso forzato, ma comunque cordiale. Lara la strinse, la stretta forte, salda che raramente usava; in genere le facevano il baciamano. Piacere, Lara Scelus, docente di Pozioni. La voce era quasi dura. L’altra insegnava Divinazione; sinceramente era una materia che proprio non capiva, non l’aveva mai capita e mai ce l’avrebbe fatta. Aveva frequentato il corso solo un anno, poi era stato abolito e questo doveva dire tutto. Diciamo che lei il terzo occhio proprio non lo possedeva ed era molto scettica all’idea delle “profezie”. Il destino ce lo facciamo noi. In ogni caso la collega aveva proferito quelle due paroline magiche “al vostro servizio” si dimostrava una dotata di una certa intelligenza: aveva forse capito a chi stava davanti o era una forma di cortesia? Bah, comunque faceva piacere. Un sorrisetto le si stiracchiò sul volto e mostrando i denti smaglianti, che troppo spesso si trasformavano in fauci lupesche disse: Io sono stata dotata di una cartina, se si è persa la può consultare gliela porse, anche se si aspettava che questa avrebbe rifiutato: se aveva studiato ad Hogwarts la scuola l’avrebbe dovuta conoscere bene. Aggiunse poi con un pizzico di compiacenza nel tono della voce, amava infatti vantarsi delle sue origini. Si, sono nuova. Hogwarts non è casa per me. Ho studiato a Drumstrang, scuola delle Arti Oscure. Bene, ora aveva che aveva chiarito la sua posizione chiese: E’ da tanto che lei insegna qui? Che domanda cretine faceva: era ovvio di no, era troppo giovane per aver la docenza da nemmeno quattro anni. Le pareva di essere un avvocato, che sa sempre in anticipo la risposta del test..